Yeman Crippa oro, Pietro Riva argento e Italia Campione d’Europa di mezza maratona
Yeman Crippa campione, Pietro Riva secondo, trionfa anche il team azzurro. Già record storico agli Europei di Roma: 7 ori, 13 medaglie, mai accaduto nelle precedenti 25 edizioni, superata Spalato ’90
L’Italia vince tutto nella mezza maratona maschile degli Europei di Roma. Straordinaria prova degli azzurri, protagonisti di un dominio assoluto con due ori e un argento. A trionfare è Yeman Crippa che allunga all’ingresso dello stadio Olimpico e si impone con 1h01:03 sui 21,097 chilometri. Un nuovo successo per il fuoriclasse trentino, pluriprimatista italiano, al suo secondo titolo continentale dopo quello di due anni fa nei 10.000 in pista. Ma si festeggia la doppietta per merito di un fantastico Pietro Riva: il piemontese riesce a piazzarsi secondo con 1h01:04 superando in volata sul rettilineo finale il tedesco Amanal Petros, 1h01:07 per il bronzo, dopo il traguardo Riva viene poi ammonito dai giudici, per un gesto antisportivo nei confronti di Petros al momento del sorpasso per l’argento. L’Italia conquista l’oro a squadre grazie al decisivo sesto posto del pugliese Pasquale Selvarolo in 1h01:27, tra i primi dieci anche Eyob Faniel ottavo (1h01:29) e Yohanes Chiappinelli decimo (1h01:42), poi 27esimo Daniele Meucci (1h03:45) sul tracciato che tocca alcuni dei punti più suggestivi della Capitale, dall’Altare della Patria a piazza Navona, da Castel Sant’Angelo a piazza San Pietro, fino al circuito nel Lungotevere. Nel podio per team anche l’argento di Israele e il bronzo della Germania. È la terza doppietta oro-argento per l’Italia a questi Europei dopo quella nei 20 km di marcia (Antonella Palmisano e Valentina Trapletti) e sui 100 metri (Marcell Jacobs e Chituru Ali).
Dichiarazioni: “Mi ha emozionato correre in casa a Roma – commenta Yeman Crippa – e vincere un altro oro è stato difficile, ma sono contento di avercela fatta. In gara ho avuto un piccolo fastidio al fianco che poi è andato via e mi sono tranquillizzato. Finché non sono entrato nello stadio ero ancora sotto pressione, ma gli ultimi duecento metri me li sono goduti”. “È il momento più bello della mia carriera – racconta Pietro Riva – nella gara vinta da un amico, che per me è un esempio. Anche per questo sono felice. Non mi aspettavo il secondo posto, sapevo però di andare meglio in strada che in pista. Durante la gara mi sentivo benissimo, ho corso pensando alla posizione”. “Non credevo di arrivare così davanti”, esulta Pasquale Selvarolo. “Per me era l’evento della stagione, è da gennaio che mi preparo per questo e ho dato tutto”.
Gara femminile
La norvegese Grovdal si invola verso il titolo nei 21,097 km con 1h08:09, poco più di mezzo minuto oltre il personale; le romena di origine etiope Melly ciondolante e in grande difficoltà fisica resiste comunque al ritorno di Hauger-Thackery: argento alla romena in 1h08:55, bronzo per la britannica in 1h08:58. Meringor è quarta (1h09:25), Kejeta quinta (1h09:42) e sotto l’ora e dieci minuti termina sesta Abel Donnelly in 1h09:57, crono cruciale (assieme all’1h10:06 di Clara Evans) per l’oro a squadre delle britanniche davanti a Germania e Spagna. A completare la top ten un nome nobile come l’israeliana Lonah Salpeter, decima in 1h10:28. L’Italia è quinta (2:05 il passivo dal podio) e a sorpresa la migliore è Elisa Palmero, che recupera 16 posizioni nella seconda metà di gara per centrare la 15esima piazza e, soprattutto, il primato personale a 1h11:22 (18 secondi in meno di quanto corso alla Stramilano 2024), quindi Yaremchuk 19esima (1h11:32), Nestola 35esima (1h12:27) e Sugamiele 54esima (1h15:34).
Fonte Fidal